Diario di un risveglio – La funivia

Diario di un risveglio – La funivia

Non è che io ti abbia pensato per raccontare, ti ho voluto scrivere per svegliarmi da quel sonno pandemico che ha intorbidito la mente. E caro Diario di un risveglio, mi metto ben bene seduta alla mia solita panchina di fronte al mare, e ti scrivo usando sempre la matita, nella speranza che ciò che scrivo si possa modificare traendo insegnamento dagli sbagli del passato.

C’è un tepore intorno a me fantastico, è fine maggio quasi inizio d’estate. Sono quelle giornate in cui il vento ti sfiora, indossi, dopo tanti mesi di fagotti che ti avvolgono, una maglietta a mezze maniche, una di quelle che hai custodito lo scorso anno e che per quest’anno usi come prova per capire se hai messo chili in più o puoi sperare che avanzi tessuto.

Il vento sfiora le braccia semi scoperte, creando una sensazione di frescura che ti fa irrigidire. Provi un pò di delusione, perchè ti aspetti il caldo, poi il tepore dei raggi del sole ti raggiungono, la pelle si scalda e diventa rossa e quella sensazione di piccolo bruciore lo gradisci, come quando d’inverno bevi una gustosa e calda tazza di tisana al profumo di gelsomino, ecco anche in questo momento i profumi che mi contornano provocano una meraviglioso turbinio di essenze che fa sentire il deciso profumo del mare, il vento porta l’essenza dei fiori. Tutto ciò allieta, creando quella aspettative di voler guardare avanti.

Questa notte c’è stata la luna rossa, tutti a testa in su per vedere come il sole la rendesse ancora più bella e come la luna tra la terra e il sole fosse ammirata da tutti. Un pò come la storia di quelli che senza farsi notare vengono ammirati.

E così nel lento risveglio che stiamo percorrendo, nel mondo, ci distinguiamo in fatti che sono strascico del nostro passato.

E mentre ti scrivo caro diario del risveglio, cerco di ascoltare il mondo, non è difficile farlo perchè ogni passante racconta un pezzo di se, per ognuno vi è la storia stupenda di un vissuto arricchito di tanti particolari che contestualizzati diventano collettività. Gli Italiani cercano di ripartire, di farcela, ma c’è un grosso prezzo che hanno davanti a loro, gli sbagli del passato!

Il primo duro colpo eccolo!

La voglia di evadere e risvegliarsi copre nord e sud del paese, vogliamo raggiungere le mete che ci sono state private. Perchè l’essere umano apprezza di più quando gli viene tolto.

Quindi in una normalissima giornata di maggio, organizzi di farti un giro in montagna. Certo quando arrivi non puoi fare a meno di arrivare in vetta e osservare dall’alto la meraviglia della natura, quindi sali in funivia, condividi la bellezza del panorama con chi ti è accanto, moglie marito, figli, nipoti, fidanzato, fidanzata, sorella, sei felice, sei libero, sei….

Precipiti nel vuoto

Il boato assordante dell’eco nella valle

Non si ferma nulla, ti rigiri su te stesso su chi hai accanto, sbalzi fuori dalle lamiere che ti hanno ormai lacerato, in pochi secondi e in quei secondi sai che è finita, non hai scelta, ti aggrappi a qualcosa a qualcuno, stringi a te un figlio per proteggerlo, si spegne la meraviglia, ti spegni per sempre, mentre il mondo continua a parlare di te.

Soccorsi, pianti, incredulità, stordimento, sensi di colpa, verità. Rimane questo!

E’ la fine di 14 persone, il 23 Maggio 2021, salite sulla funivia di Stresa-Mottarone.

I soccorsi corrono per poter salvare la vita di due bambini, e l’anelito alla vita.

Il mondo prega che questi bambini ce la facciano, ma uno di loro va via.

L’altro bambino di cinque anni lotta per la sua vita, il suo corpicino spezzato affronta un lungo intervento, ma ce la fà si risveglia, il suo esempio sarà monito al mondo, la sua forza lo accompagna.

Sai Diario, non so se tutto questo sarà da monito o se si ricadrà nell’immenso oblio della dimenticanza. Fatto sta che, dalle indagini, si evince che la funivia era in regola con i controlli di manutenzione. Per uno strano motivo il cavo trainante della funivia si è spezzato. La cabinovia avrebbe dovuto fermarsi al cedimento del cavo e rimaner sospesa sui cavi portanti, ma qualcuno ha avuto l’idea di non far funzionare i freni, mettendo due forchette che impediscono il funzionamento del sistema frenante della cabinovia. Quindi l’inesorabile ridiscesa della cabina il sobbalzo che l’ha fatta staccare dai fili e lo schianto, arrotolandosi lungo la vallata.

<Ma perchè hanno fatto questo?>

Perchè caro diario, i soldi sono il bene comune al fine di soddisfare l’interesse umano.

Alla fine è di questo che si tratta: soldi.

Quindi andiamo a scandire i colpevoli.

Naturalmente chi gestisce la funivia ha deciso consapevolmente cosa stesse facendo e altrettanto consapevolmente sapeva bene il rischio, ma non si è fermato, perchè?

Beh è naturale!

L’impianto subisce perdite economiche dovute alla pandemia. Il portafoglio si svuota, lo stato vuole ugualmente ciò che gli appartiene, quindi a conti fatti bisogna recuperare ciò che si chiama utile, e siccome negli anni passati e nei governi passati la gestione degli impianti si è potuta distribuire in termini di costi in maniera da avere un lauto utile, oggi non è più possibile, Azioni da compiere: massificare la produttività al minore costo, più utenti salgono e più corse si svolgono più utile si ottiene. Gli impianti subiscono, date le restrizioni anticovid-19, in termini di guadagno, un riduzione degli utili, ma costi di gestione fissi, quindi in una cabina non entrano più 40 persone ma 15, si trova la soluzione, l’impianto non deve fermarsi!

Poi se accade che 14 persone muoiono, questo fa parte di un governo passato e presente che non ha mai saputo gestire la politica del lavoro, che ha lasciato le aziende in preda alla continue tasse e che oggi non sa distribuire e non è capace di gestire la ripresa del paese.

Le chiacchiere, la pressione, il continuo lasciare e prendere altalenante di governi porta questo! Porta a non sapersi concentrare su obiettivi stabili e creare un danno ai cittadini.

L’Italia, sta facendo i conti con la politica di 30 anni sbagliati di successione di governi che hanno creato disoccupazione e inasprito la pressione fiscale. Oggi un azienda pensa a come gestire la busta paga di un lavoratore in modo che non gli costi troppo in termini di misure di sicurezza sul lavoro, di gestione di orari, di paghe ridotte. Da ciò, nasce l’idea della aziende, di poter gestire in piena autonomia la forza lavoro e dare comandi fuori da ogni regola di sicurezza. L’imprenditore è consapevole che il lavoratore subisce pressione psicologica e ha paura di rimanere disoccupato.

Lo Stato non c’è, i sindacati sono assenti, l’ispettorato al lavoro è forviante.

Ora in tale vicenda, è vero che i diretti colpevoli sono i gestori e proprietari dell’impianto, e la legge farò il suo corso, ma è anche vero che, le riforme, in tema di tutela del lavoro e i contratti, non hanno tutelato la forza lavoro e l’hanno resa schiava e soggiogata dall’imprenditoria, a cui ancora oggi si è data la chiave in mano per l’apertura dell’economia.

Il paese riparte dalla forza lavoro, non dall’imprenditore che a tutti i costi chiede utile.

Il paese è il popolo, in mano ad esso e al rispetto dei valori di dignità, il paese torna a vivere

L’Italia, ha politici in parlamento che discutono la strage della funivia compiengando l’evento e dall’altra parte fa morire il popolo chiedendo vitalizi.

Ecco il parlamento italiano sta facendo ruotare la cabinovia lungo la vallata con migliaia di cittadini che combattono la fame e la disoccupazione.

La realtà dell’Italia non è vista dal governo, il nord ha ripreso la corsa, mentre la parte del sud del paese non è conosciuta, non si comprende il disagio e la realtà, si sproloquia solo per evanescenti strutture e sperpero di risorse, senza investire in idee che già sarebbero dovute ripartire. Si cerca ancora di sanare il debito di inchini elettorali passati.

Questa triste storia è la realtà del popolo italiano.

Un popolo alla ricerca di un momento di serenità con il beneficio di incontrare la morte.

Il parlamento italiano vive di recrudescenza.

A Presto Diario

Marzo: Il puzzo della fame tra il popolo

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