Le sentenze Rinascita-Scott 70 condannati 2 prescritti 10 assolti

Le sentenze Rinascita-Scott 70 condannati 2 prescritti 10 assolti

La grande svolta tra la notte del 18 e il 19 Dicembre 2019

Diretti dalla Dda di Catanzaro con a capo Nicola Gratteri, i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia danno vita all’operazione Rinascita – Scott.

Era su un treno da Milano verso Reggio Calabria, quando in prossimità della fermata di Lamezia terme, Luigi Mancuso, capo clan della cosca calabrese in provincia di Vibo Valentia, viene catturato dagli uomini del Gruppo di intervento speciale.

Gratteri deve agire d’anticipo, qualcuno aveva già informato i clan dell’azione del magistrato, e cosi spicca l’ordinanza di custodia cautelare da Roma, con gran ritardo:

Da giorni lo pedinavano temendo una sua fuga com’era accaduto qualche anno fa quando si rese irreperibile per meglio curare i suoi numerosi affari. Nei suoi confronti non c’era infatti alcuna misura di prevenzione. Completamente libero.

A tappeto vengono fuori gli intrecci tra Ndrangheta – Massoneria – Politica

Scandaloso, se non riprovevole, certa indifferenza da parte degli organi di stampa e politica, sembra quasi che, il terremoto Rinascita-Scott, sia frutto di indifferenza voluta. Ma Gratteri continua la sua battaglia, e deve agire con determinazione.

La gente gli è accanto, le sue parole risuonano.

Le dichiarazioni del Magistrato Gratteri in conferenza stampa dopo l’arresto del latitante

I latitanti sono pericolosi sono soggetti fuori controllo che hanno bisogno di protezione, possono anche minacciare, vessare, persone per ottenere protezione.

Essere latitanti sul proprio territorio è una forma di esternazione del potere, è un ulteriore forma di arroganza della mafiosità della pericolosità dell’ardire di questi imputati di associazione per stampo mafioso.

15 Dicembre 2020 consegna dell’aula bunker

La Calabria ha finalmente la sua aula bunker per celebrare i processi contro la Ndrangheta. Il Ministro della giustizia Bonafede (ex guardasigilli governo Conte II) consegna l’aula bunker al magistrato Gratteri.

La politica interseca la Ndrangheta, 19 Dicembre Arresto dell’avvocato Pittelli

Ma il processo continua e la politica è strettamente correlata con esso. L’avvocato penalista Pittelli, ex coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria, eletto deputato, candidato per la Casa delle Libertà Berlusconi Presidente nel collegio uninominale di Soverato membro della commissione Giustizia alla Camera dei deputati, è accusato di aver messo in contatto ‘ndrine e istituzioni sarà giudicato con rito abbreviato. Dieci mesi di carcere di massima di sicurezza a Badu ‘e Carros, a Nuoro in Sardegna.

Rimane indelebile la visita di ispezione a sorpresa di Sgarbi a Pittelli in carcere.

Le dichiarazioni di Sgarbi

Nota per l’inconsistenza dei capi d’accusa e abuso della carcerazione preventiva. Per questa ragione ho deciso di presentare un esposto al Consiglio superiore della magistratura, per abuso di potere e violazione dei diritti umani, contro Gratteri e le sue indagini costruite su teoremi accusatori caratterizzati notoriamente da superficialità.

E’ lungo l’elenco di persone fatte arrestare da Gratteri e poi scagionate o assolte.

Le condizioni dell’ex parlamentare sono preoccupanti. E’ visibilmente gonfio, in uno stato di forte depressione, psicologicamente provato: condizioni di salute oggettivamente incompatibili con la detenzione. 

17 Ottobre Pittelli torna in Calabria agli arresti domiciliari per ragioni di salute, con il braccialetto elettronico. I legali chiedono la revoca dei domiciliare che il tribunale non accoglie.

Il 19 ottobre 2021 Con l’inchiesta MalaPigna, Pittelli torna in carcere con l’accusa di aver favorito la cosca Piromalli di Reggio Calabria in un traffico di rifiuti gestito dalla cosca.

06 Novembre 2021 La sentenza agli imputati del Processo Rinascita Scott

Il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri risponde ai giornalisti:

91 imputati, 70 presunti innocenti condannati, 2 prescritti, 10 assolti

Si aspetta la lettura delle motivazioni della sentenza per capire se qualche assoluzione può essere rivista possiamo proporre appello, comunque la sentenza di oggi, il dispositivo dimostra il corpo del capo di imputazione.

Su 91 imputati, 19 assoluzioni, ritengo che il lavoro della procura sia stato confermato, molte delle 19 assoluzioni sono posizioni marginali, sono posizioni di non rilievo, la struttura associativa ha retto completamente.

Alla domanda sulla Direttiva Cartabia sulla presunzione di innocenza , se lega le mani o cuce la bocca delle procure, il procuratore risponde:

Non sono una persona che ha timore di niente e di nessuno, dico sempre quello che penso e se non posso dire la verità è perchè non la posso dimostrare, non ho nessun problema, continueremo a parlare e a spiegare all’opinione pubblica che ne ha diritto. Ancora in italia non è stato vietato il diritto di informazione della stampa, l’unica cosa che mi dispiace che ho visto la categoria dei giornalisti, il consiglio degli ordini dei giornalisti a livello nazionale, locale, regionale, molto timidi nella protesta, quasi vi vanno bene queste direttive per fare il vostro lavoro, sono meravigliato da questo atteggiamento timido dei vostri rappresentanti

E si arriva al momento delle prime sentenze contro le cosche della Ndrangheta intersecate al mondo della politica, lungo l’elenco.

Con rito abbreviato gli imputati hanno goduto dello sconto di pena pari ad un terzo della pena. 

La accuse: associazione mafiosa, tentati omicidi, narcotraffico, intestazione fittizia di beni, estorsione, corruzione, danneggiamento, detenzione illegale di armi ed usura. 

Tutti gli imputati sono stati condannati per il reato associativo al risarcimento dei danni nei confronti dei Comuni costituiti parti civili. Gli imputati dovranno risarcire tutte le parti civili per la somma di 900 mila euro, con la somma di 150 mila euro per ogni Comune parte civile.

Le condanne

20 anni reclusione agli imputati: Mommo Macrì, Luciano Macrì, Saverio Sacchinelli, Francesco Antonio Pardea, Gregorio Niglia, Pasquale Gallone.

16 anni:  Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona
15 anni e 4 mesi: Domenico Camillò, posto a capo del clan Pardea-Camillò-Macrì di Vibo Valentia  

13 anni e 4 mesi a Gregorio Giofrè di San Gregorio d’Ippona

4 anni e 6 mesi Carmela Cariello, impiegata del Tribunale di Vibo (sezione Previdenza e Lavoro).
Assolti l’avvocato ed imprenditore di Vibo Vincenzo Renda ed il notaio Sapienza Comerci.

Gli imputati condannati con rito abbreviato che hanno goduto dello sconto di pena: 

I collaboratori di giustizia di Vibo Valentia, Bartolomeo Arena, Gaetano Cannatà e Michele Camillò, Emanuele Mancuso di Nicotera, figlio del più noto Pantaleone Mancuso.

Il disinteresse voluto

Una buona parte di chi ha creato, adoprato, e trasportato la ndrangheta nel mondo è stata fermata, e che non si dica che è merito della magistratura e della politica italiana, perchè è l’errore che tanti vorrebbero al fine del monopolio dell’informazione, un informazione che ritengo abominevole quando c’è da sbranare la preda e che gira intorno domita alla stessa, quando la preda non si può gestire. E così è andata e andrà per il processo che non interessa alla politica, non interessa al ministero della giustizia e non interessa a parte della magistratura. Il magistrato Gratteri resta, resterà e sarà sempre la stella rossa di quel bel fiore che i cittadini di Vibo Valentia hanno posto sotto il cancello del comando dei carabinieri, simbolo di libertà e ringraziamento per averli liberati dalla paura!

I cartelli

C’è un pensiero che dovrebbe svegliare gli animi del mondo, sopratutto quello del ministero della giustizia e della magistratura, è la cattura del boss Rocco Morabito, il re della cocaina, vent’anni di latitanza, catturato nel 2019 evaso dal carcere dopo pochi giorni. Dopo due anni di latitanza è stato catturato in Brasile in un’operazione dei ROS in collaborazione con FBI, uno dei narcotrafficanti più potenti del mondo, in stretto contatto con i cartelli colombiani e messicani. Insieme a lui è stato catturato il latitante di ndrangheta, Vincenzo Pasquino.

Messico scontro fra bande di narcos sparatoria in spiaggia vicino a Cancun

Colombia catturato Dario Antonio Úsuga, detto Otoniel, l’uomo più ricercato del paese, leader degli Urabeños, uno dei cartelli più forti e attivi del narcotraffico colombiano.

E se nella vostra cultura non esiste la storia dei cartelli del narcotraffico dell’interazione internazionale che i narcotrafficanti hanno con il resto del mondo e quanto siano influenti in politica a livello internazionale, provate a leggere la vita di Pablo Emilio Escobar Gaviria 

Intreccio politica e Maxi processo Gratteri

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