Palazzo Regione Calabria intitolato a Jole Santelli
Palazzo Regione Calabria intitolato a Jole Santelli. Un giorno importante per la regione Calabria nel ricordo di una Donna che ha portato un momento di riflessione per la politica! Un cambiamento strutturale tra i calabresi che guardano un nuovo futuro.
Il 15 Febbraio 2020 Jole Santelli spiazza la concorrenza di sinistra dalla regione. A braccetto con colui che è a capo del partito che la rappresenta, Forza Italia di Silvio Berlusconi, vince le elezioni regionali con il 55% dei voti in coalizione di destra.
Diviene il presidente Donna della Regione Calabria.
Un percorso non facile in una aspra terra. Ma il sogno inizia e la concretezza è molta. Nonostante i No da parte del governo centrale, la sua tenacia non si sposta. Affronta con determinazione il momento più duro della sua carriera politica, un percorso in cui le istituzioni non sanno cosa fare, la pandemia toglie il respiro. Ella dà un messaggio di estrema forza ai cittadini calabresi, incoraggiandoli a reagire verso un governo che li ha dimenticati. Il chiaro esempio di cooperazione tra regione e cittadini, è dato dai dati di contagio e di rispetto delle regole dei calabresi che comprendono di essere soli nella dura lotta alla vita. La Santelli rende noto a tutti le condizioni della sanità in Calabria.
E così nonostante le tante critiche prosegue il suo operato. Si accompagna al suo amico di vita e politico Nino Spirlì. Uomo molto discusso per le sue dichiarazioni anticonformiste, attaccato ai valori cattolici, in totale collaborazione con il suo partito, la Lega nord di Matteo Salvini. Questa figura connessa alla Santelli, porta la continuazione di un sogno!
L’opposizione cerca di attaccare in pandemia la Santelli: i dati dei tamponi, l’intervento difficile e precario nella case di cura, il malcontento dei commercianti insoddisfatti per le azioni di governo, le critiche verso la coalizione a cui appartiene. E non manca certamente il ricordo di quanto la politica di destra abbia mangiato ingiustamente portando la sanità al commissariamento.
Ma anche questo si spegne, la concretezza è un altra e tra un ordinanza che dichiara zona rossa e tutela i cittadini e una che apre la Calabria all’economia e trova risposta contrastante del governo centrale, la Cittadella va avanti, investendo risorse, aiutando l’economia agricola, progettando con i fondi europei, avvicinandosi alla scuola, collaborando con i sindaci, anche con coloro che discutono animatamente le azioni della regione. Il problema spazzatura diviene oggetto di forte discussione tra comuni e regione anche lì i toni si placano e gli accordi si ritrovano.
Poi però quando tutto doveva avere una costante e continuare, un grave e doloroso epilogo.
Jole Santelli lascia la calabria e il mondo per sempre.
Lascia ma non abbandona.
Momento di assoluto smarrimento quando il 15 Ottobre 2020 questa donna forte viene ritrovata a casa esanime. E la Calabria si ricopre di silenzio, istituzionale. Al suo funerale la presenza del Presidente del consiglio Giuseppe Conte fa riflettere su come si lascia al caso il confronto politico per l’aspra opposizione.
Eppure la Santelli tra lettere al Governo, interventi diretti, e la sua forza, ha lottato per i calabresi cercando di difenderli dall’assoluto abbandono della Sanità in un momento di emergenza, avvisando che ciò che accadeva tra le fila dei commissari alla sanità, non aveva un iter chiaro e trasparente e che i calabresi rischiavano la loro vita dopo il grande esodo estivo. I successivi avvenimenti accaduti hanno reso concrete le parole non ascoltate del Governo.
Purtroppo accade che la saccenza riempia gli occhi dei ciechi non perchè non vedano ma perchè guardano soltanto un punto.
Così succede dopo la sua dipartita con le tristi dichiarazione del Senatore Morra che, prima la loda in un encomio rattristato quasi magistrale e poi sperpera parole a caso dicendo: “Era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso”.
Morra ha dimenticato che è presidente della Commissione parlamentare antimafia, e la Santelli è stata membro della commissione Giustizia della Camera. Insediatasi ha dato piena collaborazione al Magistrato Gratteri, sopratutto durante la scelta e la disponibilità del luogo ideale per l’attuale aula bunker, mentre il governo dormiente non aveva idee. Successive le azioni plateali di Morra che cerca di invadere il territorio calabrese attraverso il commissariamento tra gente con attitudine ad essere sardina e movimento cinque stelle. Da qui inizia l’ascesa verso la cittadella del potere oscuro chiamato egocentrismo.
Allora Spirlì, dopo avere passato il momento di debolezza della perdita, serra i ranghi e nonostante i contrasti con i cittadini al grido di libertà e di sanità pubblica, inizia a mettere in moto la macchina avviata con la Santelli. Il consiglio regionale oscilla con l’arresto del presidente Tallini.
La Calabria non respira è in totale apnea per l’assenza di sanità e di economia interna, ma raggiunge l’obiettivo di essere al centro dell’attenzione mediatica e portare avanti la vita dei cittadini abbandonati da un governo che non sa neppure quale Commissario alla sanità scegliere. Vi è un ritardo su tutto.
E’ la terra difficile! Quella irrecuperabile!
Riaffiora quindi lo spirito di fierezza e i calabresi accompagnano nel cammino il nuovo presidente f.f, stufi di essere discriminati e doloranti della perdita subita.
Quindi nasce la voglia di ricordare questa donna che ha acceso i riflettori sulla Calabria con i calabresi che l’hanno circondata del loro spirito.
Nasce così la Cittadella a Jole Santelli il giorno del sul compelanno 28-12-2020. La cerimonia stretta con i suoi familiari, la giunta e la religione che l’accompagna e il suo amico di vita Spirlì.
Mi piace ricordarla, mi piace custodire quel “Mi piace interattivo” che ho avuto quando le ho espresso il mio pensiero: mai votata, mai affianco nel suo percorso politico, e per mia scelta sempre lontana da ciò che è un politico, per me i politici sono esseri che mangiano sul popolo portandolo all’estremo per sopravvivere loro stessi, quindi devono essere trattati con il dovuto cinismo.
Quindi quando si è insediata l’ho osservata e ho visto in lei uno spirito consapevole del ruolo che occupava e del luogo che aveva scelto in senso di appartenenza. Mi è interessato dirle di volerle dare fiducia, ma non deludere i calabresi, avevamo bisogno di certezze in un momento di assoluto abbandono istituzionale. Non sapevo che fosse precaria in salute, quindi non mi sono mai fatta condizionare dalle forti critiche che le ho mosse! Le ho scritto ma non c’è stato tempo! Ma nella vita meglio fare che pensare di doverlo fare!
Una donna tra l’anticonformismo e la razionalità del ruolo, rara mediazione!
Quando è andata via ho provato il vuoto istituzionale! Una specie di sensazione di smarrimento che ti porta a dire: Cavolo e ora che facciamo? Non ci ascolta nessuno e siamo senza niente. Perchè in politica a mettere in piedi tanti voti e sedersi in cattedra è facile, anche imbrogliando, ma tornare ad avere una donna in cattedra è raro!
Ciao Presidente