Trump espugna la democrazia
Ed è così che mentre il Congresso cercava di eleggere il vincitore delle elezioni a Presidente degli Stati Uniti d’America, Trump espugna la democrazia.
Eravamo rimasti qui Joe Biden il democratico Presidente stelle e strisce.
Come da successione di date il 6 gennaio la nomina di Biden da parte del Congresso.
Ore 18:00 Trump dalla casa bianca,
Non ci arrenderemo, non concederemo mai la vittoria
a Capitol Hill, sede del Governo degli Stati Uniti, simbolo della “sede del popolo” che ospita il Campidoglio, il Senato, la Camera dei rappresentanti e la Corte Suprema a Washington, si alza la guerriglia. Il palazzo attaccato dai manifestanti. Il bilancio gravoso dei feriti e 4 morti, indebolito il luogo della democrazia americana sia strutturalmente che socialmente.
Il mondo comprende che l’unione secolare tra stati membri oscilla! La solida e inespugnabile democrazia americana, esempio nel mondo, deve ricostruire l’unità nazionale, flagellata dai tanti tentativi di rottura contro Trump e la sua politica.
Mentre i democratici e il congresso, difendono il nuovo presidente, Trump tesse la tela dell’unità d’opposizione.
Una nuova realtà politica e sociale che non si aggiunge nè ai democratici nè ai repubblicani, ma che porta il nome di Donald J. Trump.
Il mondo è consapevole del cambiamento, sa bene che indietro non si torna e che questa sommossa sarà il riflesso per i popoli di tutto il mondo. Sopratutto quelli in cui si è imposto l’unità tra stati diversi.
Trump non si ferma vuole vincere, neppure l’elezione di Biden si interrompe e il congresso è ancora più unito,
il 7 Gennaio 2021 è confermata la sua nomina
Questa volta la potenza mondiale che ha sempre vinto, che è caduta e si è rialzata, fiera, libera, unita, ha strappato parte del drappo della sua bandiera.
Ma tutto era prevedibile. Lo stupore di coloro che hanno osservato il percorso di questi mesi in maniera poco razionale, contrasta con la realtà: la fierezza di un uomo di nome Trump, imprenditore, abituato a vincere.
La folla che lo segue e il plauso internazionale di chi ammira il suo pensiero, non lasciano spazio a uno scenario differente, nell’aria c’era la voglia, di una parte del popolo americano, di conquistare una nuova libertà.
L’America non è l’Italia che permette in parlamento di muoversi come il teatro dei burattini, non conosce fili, vi è un solo burattinaio a muovere l’intero teatro e Trump lo ha fatto.
Il 6 gennaio 2021 porterà nei libri di storia di tutto il mondo il nome del Presidente degli Stati uniti d’America uscente, Donald J. Trump.
Da adesso in poi per quanto Biden possa lavorare per riportare l’unità nazionale alla democrazia, esisterà una forte e nuova opposizione che renderà l’America diversa.
Ammiro Trump, per la sua voglia di cambiamento.
Certo non ammiro chi ieri ha provocato morte e distrutto il simbolo del popolo.
Comprendo che la politica porta all’esasperazione del cittadino in una forma indiretta dittatoriale, e che il cittadino non avendo educazione culturale politica, esprime in violenza il senso di oppressione.
E’ certamente scontato anche scriverlo, che il popolo arriva all’estremismo non per convinzioni caduche, ma per sintesi di comportamenti politici errati.
E’ vero che, per la politica dare la colpa al popolo è il miglior antidoto per scrollarsi la responsabilità di scelte errate.