“Io ci sono” Sergio Mattarella – L’Italia ha il suo Presidente della Repubblica
“Io ci sono” Sergio Mattarella – L’Italia ha il suo Presidente della Repubblica Democratica
Caro Diario di un risveglio, “Io ci sono” Sergio Mattarella – L’Italia ha il suo Presidente della Repubblica Democratica
Nella confusione ideologica totale dei partiti, tra un saltimbanco di nomi variegati, chi della politica ne ha fatto ragione di vita al servizio della propria bandiera, riconferma, per il bene del popolo, la volontà di essere Presidente della Repubblica Democratica italiana.
Il popolo è felice della manifestazione di vicinanza del suo Presidente, Sergio Mattarella, continua a rappresentare lo spirito unitario della nazione.
E così all’ottavo scrutinio,
i “partiti della confusione”, trovano una quadra e comprendono che, data la situazione pandemica e dato il clima di guerra causato dalla Russia e la pressione NATO che chiede cooperazione da parte dei paesi dell’unione europea, convergono ,sull’unico nome che rappresenta la costituzione italiana, Sergio Mattarella.
Giorni intensi, privi di qualunque dialogo ma di antagonismo, giorni in cui il teatro dei burattini ha manifestato il più alto volo di Icaro per poi cadere nella superbia degli intenti.
Tra Berlusconi, Casini e Casellati, approfittando dell figura della donna come mezzo per attirare l’attenzione partitica, nel loro gran senso di scelleratezza i prodighi e impavidi cavalieri del semicerchio del parlamento, salgono al colle, chiedendo grazia e mediazione a chi dei loro teatrini non ne ha mai fatto ascolto.
Ed allora sai cosa faccio Caro Diario insieme a te? Scriviamo anche noi al Presidente,
come abbiamo già fatto, perchè se le parole hanno un senso rimangono e se la speranza di volere un Italia libera esiste, dobbiamo lottarci. Uno dieci cento mila passi.
Caro presidente Sergio Mattarella, io non voglio nulla da lei, se non essere rappresentata in funzione di quella costituzione che è stata scritta grazie alle tante battaglie che il popolo italiano ha subito.
Negli anni l’Italia, oltre a trasformarsi in un paese confusionario, soggiogato da una politica distorta, è stato sottomesso dal capitalismo, dominato da una mente dittatoriale che ha fatto credere di agire in democrazia ma ha disegnato la strada ben chiara di chi dovesse essere il ricco e chi dovesse essere il povero.
Lo stesso ha reso il verde della bandiera italiana un tappeto rosso fatto di fame, mafia, confusione, sottomissione, illegalità. Lo stesso colore ha aumentato la sua intensità quando al grido Terroni l’Italia ha perso la sua unità. Oggi quel gran puzzo di anelito di discriminazione sociale serpeggia tra le fila del Parlamento. Il popolo ha sempre voluto essere parte della sua storia, ha accettato il volere di queste menti non ligie al dovere costituzionale. Il popolo ha pianto, ha lottato, oggi vuole farcela. Non vogliamo la rivincita di qualcosa, vogliamo avere uno Stato degno del popolo italiano e lei lo rappresenta in maniera totale.
Presidente, renda l’Italia unita,
coesa tra le parti politiche, attenta alla sovranità del popolo e al suo rispetto. Sia garante dei sogni dei giovani spezzati dalla gogna fagocita dell’individualismo politico-mafioso che serpeggia anche tra le fila della politica. E come nelle parole del nostro Inno Nazionale: In un unica bandiera ci accolga.
Le sue parole : “Interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”
Basta saper ascoltare
La gente vuole vivere con dignità, i lunghi discorsi e le alterazioni di pensiero non sono più accettabili verso una società che è stata volutamente divisa geograficamente dalla politica incidendo culturalmente, un divario quello della scuola che continua ad avere forti conseguenze con la morte del giovane studente Lorenzo.
Una scuola che oggi guarda i giovani non come motore del futuro nascente dalle università, ma come motore di manodopera da addestrare nelle scuole per favore il capitalismo, tutto questo è vergognoso. Abbassare la media dell’apprendimento, ridurre le occasioni di crescita, selezionare in base alla scuola che si frequenta pubblica o privata è segno antidemocratico.
Gestire il pensiero dei giovani in funzione di poca conoscenza ma di manovalanza, non è la soluzione per fermare chi, della propria patria ne fà ragione di vita, la storia insegna.
Le scrivo le parole di Errico Malatesta che trovano il senso di questo periodo al di là del suo pensiero o dell’appartenenza politica
«(…) Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza. (…)»
Il mondo del lavoro sfruttato dai contratti altalenanti,
si va a lavorare se ti chiamano, questa è al frase di speranza che pervade le tavole degli italiani, su quelle tavole si mette un tozzo di pane che oggi costa il quadruplo.
Però noi cittadini paghiamo chi non ha fame, chi con i nostri soldi da da mangiare ai suoi figli, chi non ostenta povertà, permettiamo ai loro figli di frequentare le migliori scuole, di vestirsi nei migliori atelier, di viaggiare, di comprare casa, macchina e di non avere paura del futuro.
L’uguaglianza sociale porta la democrazia.
Caro Presidente se non si vogliono guerre sociali contro lo Stato, bisogna che lo stato sia a favore del cittadino e ne comprenda la sua sostanza.
Mentre lei veniva nuovamente eletto, le espressioni nei volti di alcuni parlamentari non erano di soddisfazione, ma di amaro in bocca per non aver raggiunto il vertice e continuare l’azione del mandante di partito. Le polemiche sterili continuano ad invadere l’oblio.
759 voti hanno eletto la sua figura
Buon lavoro Presidente
„Se vi sono classi e individui privi dei mezzi di produzione e quindi dipendenti da chi quei mezzi ha monopolizzati, il cosiddetto regime democratico non può essere che una menzogna atta a ingannare e render docile la massa dei governati con una larva di supposta sovranità, e così salvare e consolidare il dominio della classe privilegiata e dominante. E tale è, ed è sempre stata, la democrazia in regime capitalistico qualunque sia la forma ch’essa prende, dal governo costituzionale monarchico al preteso governo diretto.“
Errico Malatesta